Digitalizzazione e sostenibilità: misurare il footprint ambientale delle tecnologie

Aumenta l’utilizzo “ambientalmente consapevole” del digitale. Secondo una ricerca promossa da Capgemini, circa la metà delle aziende dichiara di aver sviluppato un approccio operativo sostenibile, ma meno di una su cinque si è effettivamente dotata di una strategia di IT coerente per ridurre il proprio footprint ambientale

Utilizzare le enormi potenzialità delle tecnologie digitali per automatizzare e rendere agili i processi produttivi ha certamente un impatto positivo in termini di riduzione degli sprechi e di contenimento delle emissioni di CO2. La crescente introduzione di applicazioni smart in ambito industriale implica, tuttavia, la necessità di misurarne il footprint ambientale per salvaguardare il più possibile un percorso eco-compliant. Dopo il greenwashing, vale a dire la strategia di comunicazione di certe imprese o istituzioni politiche, finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva dal punto di vista dell’impatto ambientale, non vorremmo che si cadesse in quello che potremmo definire digitalwashing, la propensione delle organizzazioni a credere che il sempre più massiccio utilizzo di tecnologie intelligenti per automatizzare e governare i processi di produzione sia, di per sé, una strategia in grado di ridurre anche il footprint ambientale. Parliamo quindi di digitalizzazione e sostenibilità.

 

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