Work@Home, il contesto legislativo della “news business idea” nata in ambiente digitale dalla sinergia tra CC LAB e Be-On

Le differenze tra smart working e remote working per comprendere il contesto legislativo in cui si sviluppa il progetto ideato da CC LAB e Be-On nel percorso “step by step to 4.0”

Di seguito alcuni elementi per meglio comprendere il contesto legislativo che riguarda Work@Home, il progetto frutto di una “news business idea” nata in ambito digital dalla sinergia tra CC LAB e Be-On, partners in Let’s Network, per favorire il lavoro da remoto, a seguito dei cambiamenti che hanno interessato, dai primi mesi del 2020 il mondo del lavoro. Work@Home, che si colloca nel percorso “step by step to 4.0” intrapreso da CC LAB, consiste in una piattaforma digitale per la gestione e la pianificazione di gruppi di lavoro, finalizzata alla generazione di rendicontazione delle attività, in risposta alle esigenze di diverse aziende. Di seguito alcuni chiarimenti in merito alla differenza tra smart working o lavoro agile e remote working o telelavoro, oltre ad una panoramica del quadro normativo di riferimento.
La legge n. 81/2017 definisce lo smart working “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato, caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro”. Tale modalità, spiega la legge, “aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e al contempo, favorire la crescita della sua produttività”. Questo rappresenta un cambiamento totale delle prospettive del lavoratore: si decide quando lavorare e dove farlo, vincolando agli obiettivi raggiunti e alla misurazione della produttività. Per lavoro agile non si intende quindi un semplice passaggio dal lavoro d’ufficio a quello in casa, o l’utilizzo del proprio pc anziché quello aziendale, al contrario, si fa riferimento ad un cambiamento totale di mentalità, votato alla flessibilità e all’accordo tra le parti. Alcuni dei risultati di questo nuovo approccio al mondo del lavoro, sono ad esempio uffici aperti 24 ore su 24 ed una sempre più crescente offerta di corsi sportivi e ricreativi per i dipendenti, i quali vengono chiamati associati, in quanto partecipi alla cultura aziendale. Gli effetti positivi dello smart working sono evidenziati in diversi studi internazionali, i quali sottolineano il bilanciamento tra vita privata e professionale dei dipendenti.
Quando invece le logiche aziendali rimangono le stesse e il lavoro è eseguito obbligatoriamente da casa, anche per cause di forza maggiore, è più appropriato parlare di remote working o telelavoro.

Work@Home si pone l’obiettivo di agevolare aziende, professionisti e lavoratori, in entrambe i casi, siano essi in smart working o remote working, interpretando a pieno i nuovi trend digital in atto in ambito professionale.

Fonte: https://news.uoday.com